
La somma è stata consegnata, fisicamente, da un ambasciatore giapponese a un funzionario italiano (il quale indossava un passamontagna, giusto per non svelare la sua identità e sfruttare l'occasione pubblicitaria in periodo pre-elettorale, come si conviene a una persona onesta).
Alla consegna della valigetta, il suddetto funzionario si è dileguato a bordo di una potente motocicletta dalla targa abrasa, indi non è mai più stato visto.
L'ambasciatore giapponese è stato invitato a una cena in un noto ristorante romano; a fine pasto, come amaro, gli è stato presentato un conto di alcuni milioni di euro (a cui erano da aggiungersi mance, IVA, ICI, IRPEF, VAT, interessi sul debito estero e risarcimento per gli italiani vittime dell'imperialismo nipponico nel XVIII secolo. Avanti Cristo).
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