26/09/10

Storie dalla sala - Il flipper di Taxi

Che sarebbe questo. Stava da Mondial Games, in piazza; in quel periodo, a cambiare i gettoni era don Ferdinando. L'elemento principale di questo flipper era lo "Spinout", efficacemente visualizzato nell'immagine che segue.

Praticamente, lanciando la palla con una certa forza, si poteva guadagnare una certa quantità di punti, anche considerevole.
Era pure una delle situazioni più divertenti dell'intera tavola, la gente vi si dedicava con fervore religiosi. Due scuole: la forza bruta, che era quella che pure io frequentavo. Super-mega colpo di palmo, potente, veloce e secco: la palla sfrecciava a velocità superiori alla frequenza di campionamento dell'occhio umano, girava nello Spinout più e più volte, fino al responso finale. L'altra scuola prevedeva un gesto più raffinato, che, non ricordando precisamente, non saprei spiegarvi: praticamente, si estendeva il plunger (non sapevo si chiamasse così fino a qualche secondo fa, comunque stiamo parlando del pistone con la molla che mette le sfere di acciaio in gioco) al massimo, con un paio di dita della mano sinistra; col pollice della destra si imprime una spinta, togliendo le dita della sinistra di scatto. Anche in questo modo, superficialmente raccontato, la palla raggiungeva velocità impressionanti e punteggi adeguati. Ma non è di questo che vogliamo parlare.
L'esemplare in questione era fallato, non so se si tratti di una caratteristica comune in questo modello, o era semplicemente il flipper di Mondial Games che era rotto. Assestando una botta secca in un punto preciso della gettoniera, scattavano i crediti. Lo scopritore di questa tecnica, probabilmente, assestando il colpo fatale al plunger, l'aveva mancato totalmente, innescando il magico meccanismo in maniera fortuita. Annusata l'opportunità, l'intelligenza collettiva che dominava in sala giochi aveva fatto il resto. Il punto era stato individuato con precisione e imparato perfettamente da tutti i frequentatori abituali della sala. In ogni momento di inattività del flipper, vedevi qualcuno avvicinarvisi con fare circospetto, ma sciolto: bisognava tenere d'occhio don Ferdinando, capire se stesse guardando e, in tal caso, agire senza insospettirlo. Chi fingeva di introdurre il gettone con una mano e con l'altra agiva; altri lo assestavano di spalle, alla cieca, voltandosi poi al suono del credito. Qualcuno copriva con un colpo di tosse e, dopo due secondi, lo vedevi a giocare.
A questo punto, qualcuno potrebbe obiettare "e sì, allora ci giocava ininterrottamente il primo che entrava in sala, la mattina". No, dico io. C'era un patto-ricatto taciuto: nessuno giocava più del dovuto, altrimenti gli altri avrebbero spifferato la faccenda al gestore. Tutti sapevano che, agendo da delatori, avrebbero perso l'opportunità delle partite gratis. Un tiro alla fune virtuale garantiva a chiunque  le sue partite quotidiane.
Dopo qualche tempo, Taxi scomparve dall'angolo che aveva occupato per diverso tempo, chissà per quale motivo.

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