25/03/09

Resident Evil 5

Resident Evil 5 è l'ultima uscita della saga, che annovera titoli come "Resident Evil dall'1 al 4", "Resident Evil: remake", "Resident Evil e così via". Ci sono anche dei titoli stranamente uguali, in tutto e per tutto: si tentava di mascherare il plagio semplicemente sostituendo Biohazard a Resident Evil. Stranamente, la Capcom non ha mai intentato azioni legali contro questi tizi che avevano l'ardore di firmarsi Capcom anch'essi.
Resident Evil non ha bisogno di presentazione. Storicamente, interpretiamo uno o più tizi diversamente snodabili, alle prese con morti che non sanno di esserlo e virus pericolosi, altroche se lo sono! E' il nuovo episodio assolutamente paragonabile a quelli già visti? Cerchiamo di evidenziare le caratteristiche ricorrenti.

Solitamente, si può scegliere, o comandare temporaneamente, più di un personaggio; generalmente, un tamarrone maschio oppure una porcona (se non è seminuda, lo diverrà su deviantart o nelle fantasie dei fan, in generale). RE5 soddisfa questa condizione: in questo episodio, abbiamo il veterano Chris Redfield, uno che negli zombi ci sguazza ed è secondo in graduatoria soltanto a George A. Romero. A sta per Alicarnasso. Stavolta, la circonferenza del suo braccio è pari a quella del collo dell'incredibile Hulk. La sua collega femminile è tale Sheva Almodovar, o una cosa del genere. Nonostante il nome sembri la marca di cibo per gatti più apprezzata dai registi spagnoli, si tratta in realtà di una fanciulla indigena; non fate battutine, bestie che non siete altro, è indigena in quanto originaria del luogo, non perchè si tratti di una zulu, baluba o altro. Ma, su questo, ritorneremo in seguito. Come prevedibile, la fanciulla e ben tornita e, soprattutto, abbigliata come si conviene per reprimere orde di zombi.
Zombi. Quanti ne volete, in RE5, anzi: stavolta sono molti, perchè le console recenti riescono a gestirne in numero maggiore (ndBarabba: visto che la tanto decantata "next-gen" non fa alto che riproporre quanto già offerto dalle console precedenti, che almeno renderizzi qualche poligono in più).
Uno o più loschi. Io non ho giocato a nessuno dei Resident Evil, ma credo che anche questa condizione sia soddisfatta. Vedremo tal Wesker, già visto in altri capitoli, abbigliato alla Matrix. In Africa, per sconfiggere il calore. E con gli occhiali da sole, nonostante lo si incontri in una specie di fogna ovviamente sotterranea.
Un inventario. Boh, suppongo ci sia anche in questo capitolo... in passato, ad esempio, potevate combinare pasta di grano duro, pancetta e pomodori per ottenere un rudimentale bucatino all'amatriciana.
Un sistema di combattimento ridicolo. Anche questo è stato conservato con cura e riproposto. E' la prassi che i protagonisti di questa saga non siano capaci di menare colpi in corsa; quando è il momento di sparare o menar fendenti, si mummificano in un punto preciso del pavimento e iniziano a ruotare su un perno invisibile, limitandosi a mulinare le braccia in verticale per un angolo di circa 75°. L'ideatore del gioco, Honda Kawasaki (un giapponese basso che mangia sushi e dorme in un futon), dice che questa stranezza serve a accrescere il panico nel giocatore ed è una caratteristica intrinseca e inalienabile del gioco; sarà, ma i giocatorucci moderni, cresciuti a giochi fracassoni come i Gears of War , vedono questa cosa come una costrizione insuperabile. Nonostante ciò, accorono in massa all'acquisto al day one. Io non ci devo giocare, quindi non ho di questi problemi... ma il sistema mi pare comunque una stupidata e avrei altri modi per creare tensione in prodotti simili. Non ne indico nessuno, altrimenti arriva Honda Kawasaki e me li copia.
Luoghi soleggiati. Ne abbiamo sempre avuti, in precedenza e, signori, stavolta abbiamo raggiunto il culmine. L'Africa, terra di bonghi, equatore e religiosi stranieri che sparano castronerie, non poteva essere scenario migliore per un survival horror da sempre sinonimo di luce, spazi aperti e battaglie epocali con centinaia di non morti.
Poi c'è la sezione a bordo di un mezzo; in passato non c'era, ma  se non la metti in qualsiasi gioco attuale, non sei nessuno.
Ricapitolando: RE5 è un survival horror alla luce del giorno negli spazi aperti dell'Africa, in cui comandate un energumeno pompato agli steroidi in cooperazione con una donna dai facili costumi del luogo; vivrete il solito terrore intimistico dato dall'assalto di masse di carne putrida e sfiderete pittoreschi avversari totalmente in linea coi dettami dell'animismo e della scienza andata a male; li riconoscerete dal tipico spolverino in pelle e gli occhiali della Rei-bann.
Il gioco ha suscitato varie polemiche: si era parlato di razzismo. La gente trovava assurdo che, in Africa, ci fossero zombi africani di pelle nera (in ogni caso, pare che oggi i videogiochi debbano avere quote rosa, gialle, nere e bianche).  Per fugare ogni dubbio, la Capcom ha reso disponibile un vestito per la protagonista fatto con pelli di leopardo, zanne di leone e tendini di gazzella. Nella foto, la vedete ritratta dal lato migliore; a destra, il vestito segreto di Chris.
Giocabilità: se ruotare su voi stessi è un feticcio al quale non sapete dire di no, siamo al top.
Longevità: ore e ore di gioco, almeno 8 considerando 80 minuti di sequenze animate che skipperete al primo fotogramma.
Grafica: in linea con le produzioni attuali.
Sonoro: adeguato alla grafica.
Voto: la grafica non è dettagliata, nè fluida; i controlli sono arcaici e ostici; il resto di presentazione e gameplay è una riedizione del 4; ma gli do comunque 30 danari perchè è Resident Evil e non aspetto altro di giocarci.
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