02/06/10

Il lancio del cassone

Questa storia ha qualcosa in comune con certi film di Hong Kong (e relativi antesignani).
Prendete due cassoni, o cabinati, simili a quello della foto: appiccicateli insieme, come ipotetici gemelli siamesi. Caricate l'abnorme, pesante cassone su una Fiat 131 blu tutta scassata, modello zingari. All'epoca, "rom" significava memoria di sola lettura, oppure niente (per chi non era avvezzo alla tecnologia).

Ora, facciamo un passo indietro.
Gli eroi della storia sono personaggi, in fondo in fondo, buoni... ma non del tutto, come si accennava in principio. Non possiamo farne i nomi, useremo iniziali di pseudonimi. RC entra in sala giochi e cerca volontari, per sbarazzarsi del cassone ormai inutilizzato e troppo costoso da riparare. Facendo un paragone equino, aveva una gamba rotta e dovevamo crivellarlo di colpi. Tre volontari, servono: si fanno avanti AE, LE1 e LE2. L'adrenalina inizia a scorrere copiosa.  Il cassone è da caricare sul portapacchi dello scassone e pesa, accidenti se pesa! Probabilmente dentro c'era un cadavere di piombo avvolto in un sudario di ghisa. Ma i muscoli si tendono, il cassone è sulla berlina rugginosa; i quattro passeggeri e il cadavere annesso ne provano, impietosamente, le sospensioni già scariche e morte dentro; dopo averlo assicurato saldamente al tetto (ovvero con una mano a testa che sporge da ogni finestrino; forse c'era pure una corda dalla tenuta molto dubbia). Si parte, girando circospetti, cercando di non dare nell'occhio. Una macchina scassata che quasi tocca terra col pianale, quattro mani che sporgono a sorreggere un cassone più largo del tetto: ingredienti ottimali per passare inosservati.
Qualche chilometro e giungono all'improvvisata discarica, iniziano i preparativi per disfarsi del corpo. La zona è (era) in aperta campagna; terre coltivate circondate da discontinui muretti di cemento e filo spinato. Da qualche centinaio di metri, si ode un suono, poi scorgono una figura umana. Ancora adrenalina, sudore. RC tenta di tranquillizzarli: "non vi preoccupate, è uno che sta cacando". Non stava cacando. Inizia ad avvicinarsi, sbraitando. Come una sola mente, i quattro decuplicano gli sforzi, ma il cassone non ne vuole sapere di staccarsi dal portapacchi. Alla fine, incalzati dall'uomo che non stava cacando, riescono a inclinare il cassone da un lato... colpo di scena! Si incastra nella sporgenza sul lato destro del portapacchi, che serve, appunto, a non far scivolare gli oggetti. Il cassone si inarca, la 131 pure: si sollevano le ruote esterne da terra, sembrava quasi volersi ribaltare! Non si ribalta, il cassone rovina a terra, è il momento di dileguarsi. RC ci invita a salire, e alla svelta: la 131 sgomma per quanto le sia possibile. Inversione a U senza controllare eventuali macchine in avvicinamento;  la velocità aumenta in quella stradina stretta e a doppio senso, la macchina non è fatta per correre e la tenuta di strada è quella che è. Il vento sibila attraverso i finestrini lasciati aperti per far uscire la tensione accumulata. Si giunge, sani e salvi, nel centro abitato. L'uomo che non stava cacando chissà che fine ha fatto.
Questa storia potrebbe essere di fantasia, ma potrebbe pure essere vera. I protagonisti potrebbero essere inventati, oppure no.

Nessun commento:

Posta un commento