25/02/09

La politica del voto nei videogiuochi, oggi.

Diciamo pure che la critica videoludica è morta, ben prima di maturare. E' morta nelle ultime riviste cartacee ancora in vita.
Definizione di rivista cartacea: una massa di fogli di carta allegati al gioco del mese per circa 8-10 euro.
E voi credevate si trattasse semplicemente di imballaggio megalomane... potete anche provare ad aprirle, una volta; attenzione al tanfo di tomba umida che ne salterà fuori.
La critica è moribonda nelle riviste sul web.

Definizione di rivista sul web: tutto quello che il vostro adblock non riesce a filtare in una pagina di pubblicità.
[La critica] Sopravvive giusto in BVG, il blog unanimemente riconosciuto come "il Distretto 13 della critica videogiuochi": un manipolo di redattori asserragliato in un fortino, contro le soverchianti forze dello squallore di default.
Tornando ai problemi delle riviste da edicola, il videogioco allegato è davvero l'ultima scialuppa di salvataggio. Analizziamo rapidamente la composizione di un giornale tipo (rapidamente perchè non vale neanche la pensa soffermarsi... e soffermarsi su cosa?). I soliti box con le news, che circolano già in rete da 2 mesi prima; le preview, che sono generalmente cartelle stampa fornite dalle software house e che richiedono un unico sforzo: cambiare il nome dell'intervistatore con un editor di testo qualsiasi che supporti la funzione "trova e sostituisci"; le review... come direbbe un qualsiasi imbecille in un forum, qualsiasi, "OMG".
La review (N.B.: questa parola la digito con un bastone, ormai mi fa ribrezzo toccarla con le dita) è l'apice dell'apoteosi dell'autoflagellazione.  Nella recensione, lo sciagurato di turno si spoglia della sua autostima, diventa servo di qualcuno e si attacca al polygen. La software house gli manda uno zippato dittatoriale nel quale è indicato cosa scrivere, le immagini da allegare e un amichevole suggerimento riguardo al voto finale. Allegando una testa di cavallo mozzata da porre nel letto del redattore, a sottinteso monito. Fatto questo, resta uno spazio di qualche migliaio di caratteri, nel quale assaporare la libertà. Ed ecco che entra in funzione la versione umana del polygen, se il sito non è più attivo: leggerete della pizza che ha mangiato con gli amici e che faceva schifo, della gioia provata per la nascita del primo figlio della sua sorellastra, di quella volta che è scivolato su una merda di bue sotto alla Tour Eiffel, mentre i giapponesi scattavano foto.
Questo è il canovaccio base per la recensione ed è sostanzialmente valido sia per la carta stampata che per il web; fino a diversi anni fa, la trafila finiva qui. Il redattore partoriva il suo topolino e i lettori mandavano la loro letterina con affrancatura ordinaria; nel caso venisse pubblicata, scontri e considerazioni erano distribuiti nell'arco di alcuni mesi e poi tutto taceva.
Adesso no,  le mirabilie del web 2.0 (etichetta-cazzata, alla gente piace usarle) hanno modificato la trafila, introducendo un nuovo elemento: il feedback istantaneo.
A ogni recensione è associato un thread nel forum, oppure una pagina autonoma per i commenti. La pubblicit... ehm, la recensione è appena stata pubblicata che già si leggono 50 commenti. In Italia, si leggono cose simili (ovviamente scritte nel linguaggio da pena di morte tipico dei mocciosi del web):
- Mio al day one;
- OMG, il migliore della saga! ;
- OMFG, il miglior gioco di sempre! ;
- Vorrei giocarci subito, ingannerò l'attesa rigiocando gli altri 10 della serie.
In inglese, non cambia molto:
- Can't wait! ;
- Best game evah! ;
- Instant classic! ;
- ZOMG, it can be realtime graphic!

Ok, abbiamo definito il tenore dei commenti (non vogliamo essere maligni riguardo a chi li scriva... dopotutto, probabilmente sono già allegati alla recensione, in calce). Torniamo alla questione principale, ovvero il voto. Attualmente, è come una s.p.a.: la decisione spetta, in sostanza, a chi detiene il 50% +1 delle quote azionarie. Nel caso delle recensioni, però, i redattori hanno una possibilità di intervento, seppur minima; con l'ausilio di un microscopio dal forte ingrandimento, magari siete anche in grado di rilevarla.
In ossequio al principio del serpente che si morde la coda (osservato per la prima volta dal barone Von Trappen, uno che notoriamente non aveva nulla da fare), il sistema sta collassando su sè stesso e rotolando verso il baratro in maniera ormai inarrestabile.
Le case editrici non vogliono che il loro titolo di turno, generalmente il seguito del seguito del seguito del seguito di un gioco che sarebbe dovuto morire alla sua prima uscita, si allontani troppo dalla soglia psicologica.
I siti e le riviste, che ricevono il contentino per gli  sfondi delle homepage o le copertine della carta allegata al gioco in omaggio, non intendono dare un colpo al cuore alle case editrici, che ne soffrirebbero troppo e non è giusto fare i cattivi, specie in una congiuntura economica così macabra dalla quale potremo uscirne vivi soltanto tenendoci per mano e cantando canzoni inneggianti al cuore, al sole e all'amore.
I lettori sono assuefatti al cartello dei voti. Da mesi, postano i loro commenti sgrammaticati nei thread descritti prima (esempio per rinfrescare la memoria: un filmato di 2 secondi con un solo fotogramma del gioco, seguito da decine di pagine in cui gli integralisti di questa o quella console e di questo o quel gioco, si scannano fino allo sfinimento ravanando negli archivi dello squallore). Ora che il loro gioco è "andato in gold", ora che possono procurarselo al Giocoferma dando in permuta 5 giochi, 2 console non modificate e 50 euro in aggiunta, non osano neanche immaginare che possa essere valutato al di sotto della soglia psicologica. Non può essere che si siano sbagliati così tanto, che si siano illusi per mesi sulle qualità di "Gioco di Guerra 25" o "Zombi crepate immantinente in soggettiva 12". Non loro.
Incrinato il rapporto di fiducia col redattore (che incarna la rivista), venuta meno tutta l'autostima, compare uno dei messaggi più stupidi di sempre: "come avete fatto a dare soltanto 8 a questo gioco, quando su tutte le altre riviste ha preso da 9 in poi?".
Ecco che si inizia a dubitare del pensiero di Darwin o, quantomeno, a intravedere delle potenti falle nella teoria dell'evoluzione. Messaggi come questi non possono esser frutto di un essere che, uscito peloso dalle caverne, mira a sconfiggere l'attrazione gravitazionale terrestre per andarsene glabro per lo spazio a fare danni su altri pianeti.
E' la soglia psicologica. Il gioco che bramo da anni, su chi mi han fatto sbavare periodicamente, che ho difeso sulla fiducia, che ho prenotato pur sapendo che avrei pagato di più e inutilmente, quello che avrò in edizione sacrificale... questo gioco non può essere giudicato meno di 9.4 (su base decimale)! Non capite niente, chi vi fa fare le recensioni? Vado a leggere e a postare su quell'altro sito, dove ha presto 9.6... mica come voi, che gli avete dato solo 9.2! Quelli si che ne capiscono di giochi, come me. E' quello il mio habitat, ed è su quel sito che andrò a spargere il mio Verbo*.
B+VG o BVG, che dir si voglia, è del tutto superiore a queste pagliacciate odierne; siamo al centro del serpente che si morde la coda, nell'occhio del ciclone dove tutto è calmo. Abbiamo preso una scelta editoriale ben precisa: da oggi in poi, i giochi avranno un voto; se si tratta del classico gioco strombazzato a prescindere, sarà 30 danari (il perchè di questa unità di valutazione lo scoprirete poi).
Nel caso si tratti di un gioco indie, un giochino vecchio o passato in sordina, il voto sarà 1 danaro. Si trattasse anche del più grande capolavoro di sempre. Perchè? Per farci beffe di voi e di quel che siete diventati, dopo aver accettato le condizioni.
*Verbo che sarà inevitabilmente coniugato male e scritto peggio.

2 commenti:

  1. Geniale, come sempre. Il voto in denari direi che ti catapulta di diritto nel web 3.0 che se non esisteva, hai generato ora.

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  2. Siamo qui per stupirvi, con e senza effetti speciali. Il web dispari, dopo il pensionamento della versione 1.0, adesso c'è.

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